Alcuni dei Nostri utenti percepiscono il Reddito di cittadinanza una misura importante che per la prima volta nel Nostro paese cerca di dare una risposta alla poverta’ . Una misura da molti criticata che sicuramente deve essere migliorata e per una sua parte essenziale (Il reinserimento lavorativo) deve ancora essere attuata. Questa riflessione sul RdC dell Osservatorio CPI dell’Universita’ Cattolica del sacro cuore.
I percettori del Reddito di Cittadinanza (2,4 milioni di persone) sono molto meno dei 5 milioni di poveri assoluti che risultano all’Istat sulla base dell’indagine sulle spese delle famiglie. Le differenze sono probabilmente in parte dovute al fatto che le persone tendono a sottodichiarare all’Istat. Il fenomeno della sottodichiarazione non è solo un fenomeno italiano ed è ben noto nella letteratura internazionale; può essere particolarmente rilevante in un paese in cui le imposte evase ammontano a ben 130 miliardi di euro. Per chi evade, fare domanda per il Reddito di Cittadinanza significa assumersi il rischio di sanzioni pesanti (incluse sanzioni penali) in caso di controlli che ne attestino la reale condizione. Che il fenomeno della sotto dichiarazione sia quantitativamente rilevante è certificato dal fatto che il totale dei consumi dichiarati all’Istat è inferiore di ben il 22 per cento rispetto al dato dei consumi di Contabilità Nazionale, che è il frutto di elaborazioni che tengono conto di una molteplicità di fonti di informazione, dal lato dell’offerta oltre che della domanda.
Per avere un’idea dell’ordine di grandezza della sovrastima del numero dei poveri, abbiamo usato l’indagine della Banca d’Italia. Questa analisi ha evidenziato che le differenze fra i due numeri (poveri assoluti e percettori del reddito) sono molto rilevanti. In parte sono dovute a distorsioni nel disegno del Reddito di Cittadinanza: il Reddito di Cittadinanza include infatti persone che non sono povere in base al criterio Istat – tipicamente, un single che vive in un piccolo centro nel Sud – ed esclude persone che, in base allo stesso criterio, sono invece povere – tipicamente, stranieri e famiglie numerose nei grandi centri del Nord. Utilizzando l’indagine Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie, riusciamo a fare una stima di questi due gruppi di famiglie (i “poveri esclusi” dal reddito e i “non poveri” che invece sono inclusi) e troviamo che i primi sono molto più numerosi, circa il doppio, dei secondi. Abbiamo per questo corretto i dati del Reddito di Cittadinanza, giungendo alla conclusione che i poveri sono molti di più dei percettori del reddito, ma meno dei 5 milioni censiti dall’Istat. In particolare, la nostra stima colloca il numero di poveri, inclusi gli stranieri residenti, fra i 3,6 e i 4,3 milioni di individui. Di questi, gli italiani poveri sono fra 2,5 e 3 milioni. Dato che il Reddito di Cittadinanza ha dei criteri molto restrittivi per gli stranieri, non stupisce che i percettori del sussidio siano solo 2,4 milioni di individui.
Nell’effettuare questa analisi abbiamo preso in considerazione la nozione di povertà assoluta utilizzata dall’Istat che considera come “necessari” beni quali “Acquisto telefono cellulare”, “Giocattoli, giochi e videogiochi”, “Libri non scolastici” e “Totocalcio, lotto e altri concorsi”. Si tratta di beni che vanno presi in considerazione in un paese ricco come è l’Italia. Abbiamo però avvisato il lettore che la terminologia “povertà assoluta” può trarre in inganno. Essa non ha nulla a che fare con la soglia di povertà estrema definita dalla Banca Mondiale a 1,9 dollari al giorno, 57 al mese. Sotto questa soglia si trova quasi un miliardo di persone nel mondo e quasi nessuna in Italia.
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