diffusione della povertà diminuisce al crescere del titolo di studio.
Istat, Povertà in Italia (2019)
Un minore su 8 si trova in povertà assoluta, e le famiglie più povere tendono ad essere quelle con il livello di istruzione più basso. Sono alcuni dei dati che emergono dall’aggiornamento delle statistiche sulla povertà in Italia da parte di Istat. L’uscita del rapporto è stata l’occasione per riaprire il dibattito pubblico su un tema che non sempre riceve l’attenzione che merita.
È stata sottolineata soprattutto la stabilità del numero di poveri assoluti, persone che non possono permettersi le spese essenziali per condurre uno standard di vita minimamente accettabile. Nell’ultimo biennio rilevato, il dato si attesta su 5 milioni di persone, ovvero l’8,4% dei residenti in Italia.
Un dato preoccupante, il punto di partenza per valutare come gli effetti della crisi economica iniziata circa 10 anni fa non siano ancora esauriti. In particolare per le bambine e i bambini: un povero assoluto su 4 ha infatti meno di 18 anni.
Sono 1,26 milioni i minori in povertà assoluta in Italia nel 2018.
Oltre ai valori assoluti però, dai dati Istat emergono anche altre due tendenze altrettanto preoccupanti, a cui è stata dedicata minore attenzione.
Investire nell’educazione è la chiave del contrasto alla povertà.
Primo, non accenna a ridursi la forbice tra giovani e anziani: la quota di minorenni in povertà è quasi tre volte superiore a quella degli over 65. Secondo, e preoccupante soprattutto per il futuro dei bambini: continua a consolidarsi il legame tra bassa istruzione e povertà. In un mondo che richiede competenze sempre più elevate, si allargano le distanze tra chi le ha e chi no. Distanze che solo un’istruzione equa, diffusa e di qualità per tutti può ridurre.
I bambini sono i più fragili
Con la crisi i minori sono la fascia demografica che ha visto peggiorare di più la propria condizione. Nel 2005 si trovava in povertà assoluta il 3,9% dei giovani con meno di 18 anni. Nell’ultimo decennio questa percentuale è più che triplicata (12,6%, stando ai dati 2018 appena rilasciati).